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Nuova formazione iniziale e abilitazione docenti, questi i punti cruciali della nuova Riforma Scuola 2022. Da affrontare da una delle riforme del PNRR: sono infatti attesi al 2024/2025, 70 mila nuovi docenti formati e abilitati in cattedra. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere meglio la questione.
In questa guida faremo il punto della situazione spiegando nel dettaglio quali sono i cambiamenti previsti per i Concorsi Scuola. Ci preme inoltre ricordarti che per ricevere tutte le notifiche sulle procedure concorsuali del Settore Scuola puoi collegarti al ChatBOT cliccando qui.
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Indice e categorie
Concorsi Scuola – Come cambieranno
I dettagli sulla Riforma
Secondo il senatore Roberto Rampi, la riforma è necessaria per ”Mettere un punto fermo sulla modalità con cui si diventa insegnanti in questo Paese”. Inoltre, l’idea è che le nuove modalità possano “durare per decenni”.
L’impianto della riforma targata Patrizio Bianchi, trova anche il gradimento del nuovo capo di Viale Trastevere: “È una linea giusta che consente di avere subito l’abilitazione, e che semmai andrà ulteriormente potenziata”.
Tuttavia, senza DPCM, non possono partire i nuovi corsi e di conseguenza il percorso ritarderà, tanto che si potrebbe decidere di spostare al 2025 il primo tagliando che prevede 70 mila nuovi insegnanti in cattedra.
La riforma del reclutamento prevede due percorsi separati:
– un percorso universitario di formazione iniziale con almeno 60 crediti formativi, con una prova finale abilitante e un “concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale” e un periodo di prova di un anno;
– percorsi appositi per i precari.
Tuttavia, c’è un ritardo da attribuire al mancato accordo fra Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Università su alcuni punti di natura organizzativa. Motivo per cui adesso Valditara e, Anna Maria Bernini, dovranno trovare un dialogo per arrivare a un compromesso.
Sì, la legge di conversione del DL 36 del 30 Aprile 2022 e del testo della riforma della scuola è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 Giugno 2022.
La nuova riforma della scuola è quindi ufficialmente in vigore dal 30 Giugno 2022.
Tra le principali modifiche del percorso di reclutamento e formazione dei Docenti troviamo:
– riconoscimento dei 24 CFU (crediti formativi universitari) nei percorsi di formazione iniziale per docenti;
– accorpamento delle classi di concorso, tramite un apposito decreto da emanare nel prossimo anno;
– i test a risposta multipla dei concorsi saranno sostituiti da domande aperte;
– ammissione al Concorso Scuola degli aspiranti che abbiano conseguito entro il 31 Ottobre 2022 i 24 CFU/CFA previsti quale requisito di accesso;
– valutazione dei docenti in formazione anche in base agli esiti formativi degli alunni;
– predisposizione di un nuovo concorso straordinario per insegnanti di religione cattolica, rivolto agli aspiranti in possesso dell’idoneità diocesana e di almeno 36 mesi di servizio;
– estensione fino al 2025 della proroga delle assunzioni dei docenti di sostegno dalle GPS;
– per conseguire l’abilitazione all’insegnamento serve superare l’esame finale dell’anno di formazione universitaria, che consiste in una tesina più un esame orale (attività simulata);
– riserva di posti per i primi 3 cicli dell’anno di formazione universitaria a favore di precari e docenti di ruolo;
– formazione retribuita per i docenti che partecipano a percorsi di formazione volontaria in base al raggiungimento di determinati indicatori di performance, consistente in un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio;
– entrano in graduatoria gli idonei dei concorsi scuola per insegnare nella secondaria;
– vincolo di permanenza per 3 anni nella sede di prima assegnazione per i docenti neoassunti.
Inoltre, si prevede l’istituzione di una Scuola di alta formazione per dirigenti, insegnanti e personale ATA: grazie alla quale, la formazione in servizio del personale docente diviene continua e strutturata, comprendendo nella parte obbligatoria formazione sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli strumenti digitali, da svolgere nell’ambito dell’orario lavorativo.
I punti da definire sono:
– i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA: per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore;
– I il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità;
– la percentuale di presenza alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale;
– le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e orale.
Puoi consultare il testo completo della Riforma Scuola leggendo la legge di conversione 29 Giugno 2022 sulla Gazzetta Ufficiale.
Certo, sarà riconosciuta la validità dei 24 CFU/CFA già conseguiti quale requisito di accesso al concorso secondo il previgente ordinamento.
Il decreto stabilirà i criteri per il riconoscimento degli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici, purché strettamente coerenti con gli obiettivi formativi.
Formazione iniziale per i neolaureati
Sì, il primo percorso previsto dalla riforma del reclutamento scuola prevede un corso di formazione.
Non ci sono al momento molti dettagli sul corso di formazione. Sappiamo che verrà impartito da centri di Ateneo per il conseguimento di 60 crediti formativi e prevede successivamente una prova di abilitazione che darà l’accesso al concorso a cattedra.
Il concorso a cattedra a cui si accede dopo la formazione viene indetto su base regionale o interregionale.
Inoltre, al superamento di quest’ultimo si accederà all’anno di prova che si concluderà con la valutazione finale e la definitiva immissione in ruolo.
Reclutamento per i docenti precari
Oltre ai percorsi di formazione per neolaureati, la riforma prevede un altro canale del reclutamento per docenti precari, ovvero insegnanti con almeno 36 mesi di attività.
I docenti precari potranno accedere direttamente al concorso pubblico e procedere successivamente a un riallineamento formativo tramite un contratto part-time ed un percorso finalizzato all’acquisizione di 30 CFU nei centri di Ateneo, con successiva prova di abilitazione e anno di prova.
Altre fasi di reclutamento
La riforma prevede una fase transitoria, che ha l’obiettivo di accelerare l’immissione in ruolo dei docenti fino al 2024.
La fase transitoria prevede due percorsi:
1. chi ha la laurea magistrale e 30 CFU formativi universitari e accademici, potrà accedere al concorso docenti. Una volta superato il concorso si otterrà un contratto di supplenza part-time e si integrerà la formazione iniziale con altri 30 CFU e si andrà alla prova finale per ottenere l‘abilitazione. Con questa abilitazione si potrà insegnare nelle scuole paritarie.
2. per completare il percorso e insegnare nelle scuole statali, si dovrà intraprendere l‘anno di prova al termine del quale è prevista la valutazione finale. Chi avrà valutazione positiva sarà infine immesso in ruolo.
Come partecipare ai prossimi Concorsi Scuola
Nonostante le numerose modifiche contenute nella riforma, di sicuro sarà necessario utilizzare la piattaforma Istanze Online per partecipare alle prossime procedure.
Il portale POLIS, acronimo di Presentazione OnLine delle Istanze, permette di effettuare in modalità digitale la presentazione dei principali procedimenti amministrativi del comparto scuola, tra cui domande per i concorsi.
Per tutti i dettagli sul funzionamento di Istanze Online leggi questa guida.
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