Cittadini extra UE e rifugiati ai Concorsi Pubblici: le nuove norme di accesso

Scopri tutti i cambiamenti previsti

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Cittadini extra UE e rifugiati ai Concorsi Pubblici

Cittadini extra UE e rifugiati ai Concorsi Pubblici: la recente Riforma ha introdotto significative modifiche ai requisiti generali di accesso ai concorsi pubblici, tra cui la possibilità agli stranieri di partecipare alle procedure concorsuali.

In questo articolo analizziamo i cambiamenti ai requisiti generali dei concorsi pubblici relativi ai Cittadini extra UE e ti spieghiamo quali sono le principali novità introdotte dalla riforma.

Inoltre, per tutti i dettagli sui Requisiti Generali dei Concorsi Pubblici, leggi l’apposita guida. Per le principali informazioni sulla Riforma Concorsi Pubblici, invece, consulta questo approfondimento.

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Cittadini extra UE e Rifugiati – Chi può accedere ai Concorsi Pubblici

La Riforma Concorsi 2023 ha apportato novità significative riguardo l’accesso ai concorsi pubblici per coloro che non dispongono della cittadinanza italiana o dell’Unione Europea, ma hanno la cittadinanza extra UE o lo status di rifugiato: queste nuove regole ampliano le opportunità per una più vasta gamma di candidati.

Chi sono i cittadini stranieri e i rifugiati

I cittadini stranieri, noti anche come cittadini extra comunitari o cittadini extra UE, sono persone che non hanno la cittadinanza in uno dei Paesi dell’Unione Europea. Questo include anche i cittadini di Paesi che non sono soggetti a convenzioni di riconoscimento, come l’Area Schengen.

Per quanto riguarda i rifugiati, il diritto internazionale, incluso quello italiano ed europeo, fornisce una definizione. Secondo l’articolo 1 A, n. 2, paragrafo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo “status dei rifugiati“, un rifugiato è un cittadino straniero che, per paura di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova al di fuori del Paese di cui ha la cittadinanza. Questa persona, a causa della sua paura, non può o non vuole avvalersi della protezione del suo Paese di origine. Questa definizione può includere anche gli apolidi che, per le stesse ragioni, si trovano al di fuori del territorio in cui avevano precedentemente la dimora abituale e non possono o non vogliono ritornarvi.

Vi è, inoltre, la categoria dei cittadini stranieri ammissibili alla protezione sussidiaria. Questi individui non soddisfano i criteri per essere riconosciuti come rifugiati, tuttavia, esistono validi motivi per credere che, se dovessero tornare nel Paese di origine, o nel caso degli apolidi, nel Paese in cui avevano precedentemente la residenza abituale, correrebbero un grave rischio di subire danni significativi.

Chi può accedere ai concorsi pubblici in Italia

In assenza di cittadinanza italiana, l’accesso ai concorsi pubblici è ora possibile per:

  • Cittadini degli Stati membri dell’Unione europea (UE) e per i familiari dei cittadini dell’UE non aventi la cittadinanza di uno Stato membro, a condizione che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
  • Cittadini titolari dello status di rifugiato, ovvero dello status di protezione sussidiaria, cioè del “diritto di asilo”. L’accesso è consentito anche ai cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Requisiti per i cittadini extra UE

Gli stranieri e i rifugiati che desiderano partecipare ai concorsi pubblici in Italia devono soddisfare una serie di requisiti, come:

  • Conoscenza della lingua italiana: Questo è un requisito fondamentale per partecipare ai concorsi pubblici. Per coloro che mirano a lavorare nel settore pubblico della Provincia autonoma di Bolzano, è necessario anche avere una conoscenza adeguata della lingua tedesca, come stabilito dall’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752.
  • Godimento dei diritti civili e politici: Gli stranieri e i rifugiati devono godere dei diritti civili e politici nei loro Stati di appartenenza o di provenienza.

Come i cittadini dell’Unione Europea, gli stranieri extra UE e i rifugiati che desiderano accedere al pubblico impiego in Italia devono anche soddisfare i seguenti requisiti previsti per i cittadini italiani:

  • Maggiore età e nessun limite di età per l’accesso: Non esiste un limite di età per l’accesso ai concorsi pubblici, ma è richiesta la maggiore età.
  • Idoneità fisica per lo specifico impiego: Se richiesto per lo svolgimento della prestazione, i candidati devono dimostrare di essere fisicamente idonei per lo specifico impiego.
  • Possesso del titolo di studio richiesto dal bando per accedere al concorso: I candidati devono essere in possesso del titolo di studio specificato nel bando di concorso.

Secondo la nuova normativa, questi requisiti generali per l’accesso ai concorsi pubblici devono essere posseduti non solo alla data di scadenza del termine per presentare la domanda di ammissione, ma anche al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro. Questi criteri sono validi sia per stranieri e rifugiati, che per i cittadini dell’Unione Europea e italiani.

Concorsi aperti solo ai cittadini italiani

Dentro il labirinto delle regole per l’accesso ai concorsi pubblici, la cittadinanza italiana si posiziona comunque come un requisito fondamentale, soprattutto per alcune posizioni all’interno delle Pubbliche Amministrazioni (PA) che necessitano obbligatoriamente della cittadinanza italiana.

Stiamo parlando di quelle posizioni a cui non possono accedere i cittadini dell’Unione Europea o altre categorie individuate nello schema di Decreto del Presidente della Repubblica. Vediamo insieme quali sono queste posizioni:

  • i posti dei livelli dirigenziali delle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo;
  • i posti con funzioni di vertice amministrativo delle strutture periferiche delle amministrazioni pubbliche dello Stato, degli Enti pubblici non economici, delle province e dei comuni, nonché delle regioni e della Banca d’Italia;
  • i posti dei magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato;
  • i posti dei ruoli civili e militari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Interno, del Ministero della Giustizia, del Ministero della Difesa e del Ministero delle Finanze.

In poche parole, la cittadinanza italiana rappresenta un criterio determinante per l’accesso a specifiche posizioni all’interno dei concorsi pubblici.

Assunzione dei Cittadini extra UE e Rifugiati dopo i concorsi pubblici

Per facilitare l’ingresso nel settore lavorativo italiano, i cittadini stranieri extra comunitari e i rifugiati devono presentare documenti che confermino tutte le dichiarazioni fatte prima dell’assunzione. È importante sottolineare che la legge italiana protegge i rifugiati e i titolari di protezione sussidiaria che non possiedono certificati dei loro titoli di studio e hanno interrotto i legami con il loro paese d’origine. In tali circostanze, il riconoscimento dei titoli di studio può avvenire anche senza il certificato.

Quindi, nel caso in cui un rifugiato o un beneficiario di protezione sussidiaria desideri far valere un titolo di laurea in Italia, sono necessari un documento d’identità, un provvedimento che dimostra lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria e una dichiarazione sostitutiva di certificazione. Quest’ultima, che può essere autenticata presso un Comune o da un notaio, dovrebbe includere dettagli come la descrizione del titolo conseguito, l’anno di consegna, il paese dell’università, il programma di studi e un elenco degli esami superati, i voti e il voto finale.

Come per i cittadini italiani e dell’UE, la riforma dei concorsi pubblici in Italia stabilisce che il vincitore o il candidato idoneo che non si impegna entro il termine stabilito, senza una ragione valida, perde il diritto all’assunzione. Se il vincitore o il candidato idoneo inizia a lavorare, per una ragione valida, in ritardo rispetto al termine prefissato, i benefici economici, inclusi i salari, iniziano dal giorno di inizio del servizio.

Riforma Concorsi Pubblici e nuovi Requisiti Generali – Tutti i dettagli

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