Requisiti Generali per accedere ai Concorsi Pubblici: i cambiamenti della Riforma

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Requisiti Generali per accedere ai Concorsi Pubblici: i cambiamenti della Riforma

Grazie alla riforma dei concorsi 2023  requisiti generali di accesso ai concorsi pubblici. Le nuove direttive sono in vigore a partire dal 14 luglio 2023.

In questo articolo analizzeremo i requisiti generali dei concorsi pubblici e ti spiegheremo quali sono le principali novità introdotte dalla riforma.

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Se le novità riguardanti le i requisiti dei Concorsi Pubblici al momento non ti interessano, puoi sempre dare un’occhiata ai Concorsi in arrivo o agli altri bandi in scadenza.


Requisiti Generali di Accesso ai Concorsi Pubblici – Quali sono

Con un’attenzione particolare all’articolo 1 del testo, emergono i requisiti di accesso ai concorsi pubblici che tutti i candidati devono soddisfare per accedere agli impieghi nelle Pubbliche Amministrazioni. Ecco di seguito i dettagli.

In primo luogo, è necessaria la cittadinanza italiana. Se non si è cittadini italiani, è possibile partecipare ai concorsi pubblici se si è cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione europea (UE). Questa norma si estende anche ai familiari dei cittadini dell’UE che non hanno la cittadinanza di uno Stato membro, ma possiedono il diritto di soggiorno o il diritto di soggiorno permanente. Tuttavia, è importante notare che tale possibilità è limitata a impieghi che non implicano l’esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri o che non riguardano la tutela dell’interesse nazionale, come definito dall’articolo 38 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

In alternativa, se non si dispone della cittadinanza italiana, è possibile partecipare ai concorsi pubblici se si possiede lo status di rifugiato o di protezione sussidiaria, cioè il “diritto di asilo”. Anche i cittadini di Paesi terzi con il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo possono accedere ai concorsi pubblici.

Altri requisiti generali di accesso ai concorsi pubblici includono: la maggiore età (non inferiore ai 18 anni), il godimento dei diritti civili e politici, l’idoneità fisica allo specifico impiego (se richiesta) e il possesso del titolo di studio richiesto dal bando del concorso. Per comprendere meglio come partecipare ai concorsi pubblici, leggi il nostro articolo qui.

È fondamentale ricordare che i candidati devono possedere tutti i requisiti sopra menzionati sia alla data di scadenza del termine del bando di concorso, sia al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro.

Infine, oltre a questi requisiti generali, ciascun bando di concorso può prevedere requisiti specifici correlati al profilo professionale. Ad esempio, possono essere richiesti il possesso di una patente di guida, l’iscrizione all’albo professionale, o l’esperienza specifica nel ruolo. Per maggiori informazioni, consulta le nostre guide alla Gazzetta Ufficiale Concorsi e al Portale inPA.

Cittadinanza italiana

Dentro il labirinto delle regole per l’accesso ai concorsi pubblici, la cittadinanza italiana si posiziona come un requisito fondamentale. Come citato nella Riforma dei concorsi pubblici del 2023, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 febbraio 1994, n. 174, delinea specificamente le posizioni all’interno delle Pubbliche Amministrazioni (PA) che necessitano obbligatoriamente della cittadinanza italiana.

Stiamo parlando di quelle posizioni a cui non possono accedere i cittadini dell’Unione Europea o altre categorie individuate nello schema di Decreto del Presidente della Repubblica. Vediamo insieme quali sono queste posizioni:

  • i posti dei livelli dirigenziali delle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo;
  • i posti con funzioni di vertice amministrativo delle strutture periferiche delle amministrazioni pubbliche dello Stato, degli Enti pubblici non economici, delle province e dei comuni, nonché delle regioni e della Banca d’Italia;
  • i posti dei magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato;
  • i posti dei ruoli civili e militari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Interno, del Ministero della Giustizia, del Ministero della Difesa e del Ministero delle Finanze.

In poche parole, la cittadinanza italiana rappresenta un criterio determinante per l’accesso a specifiche posizioni all’interno dei concorsi pubblici.

Cittadinanza UE: le novità della Riforma

La Riforma Concorsi 2023 ha apportato novità significative riguardo l’accesso ai concorsi pubblici per coloro che non dispongono della cittadinanza italiana, ma hanno la cittadinanza UE o lo status di rifugiato: queste nuove regole ampliano le opportunità per una più vasta gamma di candidati.

In assenza di cittadinanza italiana, l’accesso ai concorsi pubblici è ora possibile per:

  • Cittadini degli Stati membri dell’Unione europea (UE) e per i familiari dei cittadini dell’UE non aventi la cittadinanza di uno Stato membro, a condizione che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. Questa opportunità, però, è limitata agli impieghi che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri o non attengono alla tutela dell’interesse nazionale.
  • Cittadini titolari dello status di rifugiato, ovvero dello status di protezione sussidiaria, cioè del “diritto di asilo”. L’accesso è consentito anche ai cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Una condizione essenziale per i candidati non italiani è l’adeguata conoscenza della lingua italiana. Inoltre, per le assunzioni nel pubblico impiego della Provincia autonoma di Bolzano, è necessaria anche la conoscenza della lingua tedesca, come previsto dall’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752.

In sintesi, la Riforma dei concorsi 2023 amplia le opportunità per i cittadini UE e i rifugiati, contribuendo a creare un ambiente lavorativo più inclusivo e diversificato all’interno delle Pubbliche Amministrazioni.

Per leggere nel dettaglio le nuove norme relative ai cittadini extra UE ed ai rifugiati, consulta questa guida.

Maggiore età

La maggior età, ovvero l’avere più di 18 anni, è uno dei requisiti base per poter accedere ai concorsi pubblici. Tuttavia, l’approccio riguardante i limiti di età ha subito un cambiamento con l’attuale riforma dei concorsi. Secondo lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica, la partecipazione ai concorsi indetti dalle Pubbliche Amministrazioni (PA) non è più soggetta a limiti di età, con alcune eccezioni dettate dai regolamenti delle singole Amministrazioni e legate alla natura del servizio o a esigenze specifiche. Questo è il caso, ad esempio, dei concorsi nelle forze armate e nel comparto sicurezza.

Questo cambiamento rappresenta l’attuazione dell’articolo 3, comma 6, della L. 127/1997 (seconda Legge Bassanini), che aveva stabilito l’eliminazione del limite di età per la partecipazione ai concorsi. Nonostante ciò, è importante sottolineare che resta la possibilità di deroga, che permette alle Pubbliche Amministrazioni di introdurre un vincolo legato all’età, se necessario.

Godimento dei diritti civili e politici

Un altro requisito chiave per partecipare ai concorsi pubblici è il godimento dei diritti civili e politici. Ciò significa che i candidati devono possedere pienamente il diritto al voto e lo status di elettore. Questi diritti sono acquisiti a partire dai 18 anni e sono validi per i cittadini italiani a condizione che:

  • Non siano sottoposti a misure di sicurezza detentive, a misure di prevenzione o a libertà vigilata;
  • Non abbiano subito l’interdizione dai pubblici uffici.

Il possesso di questi requisiti può essere accertato attraverso un certificato comunale o mediante autocertificazione.

Importante da sottolineare è che, per i candidati che non sono cittadini italiani e non detentori dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria, il godimento dei diritti civili e politici è riferito al Paese di cittadinanza.

Idoneità fisica all’impiego

Tra i requisiti generali di accesso ai concorsi pubblici, l’idoneità fisica all’impiego svolge un ruolo cruciale. Questo concetto è espresso nell’ambito dello schema di Decreto del Presidente della Repubblica del 17 maggio 2023. In sintesi, per partecipare ai concorsi pubblici, può essere richiesto di soddisfare specifici criteri di idoneità fisica, necessari per l’adempimento delle mansioni.

Il Decreto stabilisce inoltre che l’Amministrazione può esercitare la facoltà di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori del concorso, in linea con le disposizioni normative vigenti.

Possesso del titolo di studio previsto dal bando

Nonostante le modifiche apportate con la riforma dei concorsi 2023, l’obbligo del possesso del titolo di studio indicato nel bando rimane un requisito imprescindibile per chi desidera partecipare a una selezione nella Pubblica Amministrazione (PA).

Ogni Amministrazione definisce il titolo di studio o l’abilitazione professionale necessaria per partecipare al concorso per ciascun profilo professionale. Questo viene stabilito tenendo in considerazione:

  • la normativa vigente in materia di pubblico impiego;
  • quanto definito dalla contrattazione collettiva del settore di riferimento;
  • il sistema di classificazione adottato dall’Amministrazione o dall’Ente per le assunzioni, incluse le assunzioni obbligatorie delle categorie protette.

Per l’accesso a specifici profili professionali, le singole PA possono stabilire ulteriori requisiti. Questi possono includere la conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse, la lingua inglese e, se rilevante per il profilo professionale, altre lingue straniere.

Infine, per le assunzioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Amministrazioni di polizia, giustizia ordinaria, amministrativa, contabile e difesa in giudizio dello Stato, è necessario possedere le qualità morali e di condotta richieste per l’ammissione ai concorsi della magistratura ordinaria.

Aggiornamenti sui Requisiti Generali per i Concorsi Pubblici

Con l’introduzione del nuovo schema di Decreto PA, sono state apportate ulteriori significative modifiche ai requisiti generali per i concorsi pubblici.

Tra le altre modifiche apportate, si evidenziano:

  • L’eliminazione della norma che esigeva un titolo di studio superiore al diploma di laurea per i concorsi relativi all’ex ottava qualifica funzionale per funzionari;
  • L’inserimento della clausola che stabilisce che i requisiti generali per l’accesso alle PA devono essere posseduti non solo alla scadenza del termine per la domanda di ammissione, ma anche al momento della firma del contratto di lavoro;
  • L’abolizione della norma che escludeva coloro che erano in una posizione irregolare rispetto alla precedente normativa sull’obbligo di leva dal partecipare ai concorsi pubblici.

Scopri tutti i dettagli sulla Riforma Concorsi Pubblici leggendo l’apposito approfondimento.

Esclusioni dai Concorsi Pubblici: chi non può partecipare

Mentre esaminiamo i requisiti di ammissibilità ai concorsi pubblici, è importante notare che alcune categorie di individui continuano a essere escluse dai concorsi pubblici. Questi includono coloro che:

  • Sono stati esclusi dall’elettorato politico attivo;
  • Sono stati destituiti o dispensati dal loro impiego presso una Pubblica Amministrazione (PA) a causa di un persistente rendimento insufficiente, secondo le normative di settore;
  • Sono stati licenziati per le stesse ragioni o per motivi disciplinari, come previsto dalla legge o dai contratti vigenti;
  • Sono stati dichiarati decaduti per aver ottenuto un incarico o un’assunzione presentando documenti falsi o gravemente irregolari;
  • Sono stati condannati penalmente con una sentenza passata in giudicato per reati che precludono l’assunzione in una PA.

Inoltre, sono escluse le persone con procedimenti penali in corso, procedimenti amministrativi per l’applicazione di misure di sicurezza o di prevenzione, o con precedenti penali iscrivibili nel casellario giudiziale

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