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L’introduzione ufficiale della figura del social media e digital manager nelle pubbliche amministrazioni italiane, attraverso l’articolo 4 del decreto-legge 25/2025 convertito nella legge 69/2025, rappresenta una svolta epocale nella modernizzazione della comunicazione pubblica. La normativa, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 maggio 2025, riconosce formalmente il ruolo strategico della comunicazione digitale negli enti pubblici, consentendo l’individuazione di queste figure professionali tra il personale in servizio o mediante nuove assunzioni autorizzate. Si stima che questa innovazione potrà portare alla selezione di oltre 16.000 specialisti distribuiti tra ministeri, comuni, regioni e altri enti locali, rappresentando un investimento significativo nella trasformazione digitale della PA italiana.
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Indice
- Il Quadro Normativo del Decreto-Legge 25/2025
- La Genesi Legislativa della Norma
- Il Contenuto dei Commi 9-novies e 9-decies
- Le Competenze e i Compiti del Social Media Manager nella PA
- Elaborazione di Strategie Comunicative Specifiche
- Modalità di Reclutamento e Aspetti Organizzativi
- Rimani aggiornato sul Concorsi Pubblici
Il Quadro Normativo del Decreto-Legge 25/2025
Il decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, convertito con modificazioni nella legge 9 maggio 2025, n. 69, introduce disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni. L’articolo 4, nei commi 9-novies e 9-decies, rappresenta il cuore della riforma comunicativa, definendo con precisione il perimetro di azione della nuova figura professionale.
Prima di approfondire l’argomento, potresti essere interessato alla guida su come diventare un social media manager, i percorsi e i requisiti richiesti.
La Genesi Legislativa della Norma
L’inserimento dei commi 9-novies e 9-decies nell’articolo 4 è avvenuto durante l’iter parlamentare, specificamente in sede referente presso la Camera dei deputati. Questa aggiunta normativa risponde a un’esigenza decennale di riconoscimento formale delle competenze digitali nella comunicazione pubblica, come evidenziato dall’attività di associazioni professionali del settore. Francesco di Costanzo, fondatore e presidente di PA Social e FID (Fondazione Italia Digitale), ha sottolineato come sia stato necessario un decennio di lavoro per raggiungere questo risultato.
Il provvedimento si inserisce in un contesto più ampio di modernizzazione della pubblica amministrazione, che include misure per l’attrattività verso i giovani, il superamento del precariato e la riforma organica delle procedure di reclutamento. L’approccio integrato del decreto evidenzia come la comunicazione digitale non sia considerata un aspetto marginale, ma parte integrante della strategia di rinnovamento del capitale umano pubblico.
Il Contenuto dei Commi 9-novies e 9-decies
Il comma 9-novies stabilisce che le pubbliche amministrazioni possono individuare, tra il personale in servizio e nell’ambito delle nuove assunzioni autorizzate a legislazione vigente, la figura professionale del social media e digital manager. Questa disposizione opera su due livelli: da un lato consente la riqualificazione del personale esistente attraverso la mappatura delle competenze interne, dall’altro autorizza l’ingresso di nuove professionalità specificamente formate nel settore della comunicazione digitale.
Il comma 9-decies introduce invece la clausola di neutralità finanziaria, elemento cruciale per la sostenibilità della riforma. Le amministrazioni interessate devono provvedere all’attuazione delle disposizioni nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Questa previsione garantisce che l’innovazione comunicativa non si traduca in un aggravio per i bilanci pubblici, ma rappresenti una riorganizzazione efficiente delle risorse esistenti.
Le Competenze e i Compiti del Social Media Manager nella PA
La figura del social media e digital manager nelle pubbliche amministrazioni si configura come un professionista altamente specializzato, chiamato a svolgere compiti strategici per la modernizzazione della comunicazione istituzionale. Il legislatore ha delineato con precisione il perimetro delle responsabilità, che spaziano dall’elaborazione di strategie comunicative alla gestione operativa delle piattaforme digitali.
Elaborazione di Strategie Comunicative Specifiche
Il primo ambito di competenza riguarda l’elaborazione di strategie comunicative specifiche per i social media, in conformità agli obiettivi istituzionali dell’ente. Questa funzione richiede una comprensione approfondita sia delle dinamiche digitali sia del contesto normativo e procedurale della pubblica amministrazione. Il social media manager deve saper tradurre la complessità amministrativa in contenuti accessibili e coinvolgenti, mantenendo sempre il rispetto per i principi di trasparenza e legalità che caratterizzano l’azione pubblica.
La strategia comunicativa deve inoltre integrarsi con le competenze esistenti negli uffici, come specificato dalla norma attraverso l’inciso “fatte salve le attuali competenze”. Questo significa che il social media manager non sostituisce le funzioni tradizionali di comunicazione, ma le complementa e le potenzia attraverso l’utilizzo dei canali digitali. Il coordinamento con gli Uffici Relazioni con il Pubblico (URP) e gli uffici stampa diventa quindi fondamentale per garantire coerenza e efficacia nella diffusione dei messaggi istituzionali.
Gestione delle Piattaforme Social e Tecnologie Emergenti
La gestione delle piattaforme social rappresenta l’aspetto più operativo del ruolo, ma non meno complesso dal punto di vista professionale. Il social media manager deve padroneggiare i diversi linguaggi e formati comunicativi propri di ciascuna piattaforma, adattando i contenuti alle specificità di Facebook, Instagram, Twitter/X, LinkedIn e YouTube. Questa competenza tecnica si accompagna alla necessità di monitorare costantemente le performance attraverso strumenti di analytics e reportistica, fornendo così elementi utili per ottimizzare continuamente la strategia comunicativa.
Un aspetto particolarmente rilevante è l’integrazione delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, nel processo comunicativo. Il legislatore ha esplicitamente indicato questo obiettivo nel comma 9-novies, riconoscendo che la digitalizzazione della PA non può prescindere dall’adozione consapevole e strategica degli strumenti tecnologici più avanzati. Il social media manager diventa quindi un facilitatore della transizione digitale, contribuendo a sfruttare al meglio le potenzialità delle tecnologie emergenti per migliorare l’efficacia della comunicazione pubblica.
Miglioramento dei Servizi e Partecipazione Civica
L’obiettivo finale dell’attività del social media manager è il miglioramento della qualità dei servizi destinati alle imprese e ai cittadini, nonché la promozione della partecipazione civica alla gestione delle politiche pubbliche. Questo aspetto evidenzia come la comunicazione digitale non sia fine a se stessa, ma strumentale al rafforzamento del rapporto tra istituzioni e comunità. Attraverso una comunicazione più diretta e accessibile, i social media possono diventare canali privilegiati per informare sui servizi disponibili, raccogliere feedback e stimolare il coinvolgimento attivo della cittadinanza nei processi decisionali.
La responsabilità sociale di questa figura professionale emerge chiaramente quando si considera il volume delle interazioni digitali tra PA e cittadini: secondo una ricerca Bigda per il sindacato FLP, si registrano oltre 10.000 “volumi di conversazione” giornalieri, che si traducono in 310.000 interazioni mensili con 70.000 utenti coinvolti.
Modalità di Reclutamento e Aspetti Organizzativi
L’implementazione della figura del social media e digital manager nelle pubbliche amministrazioni prevede modalità di reclutamento flessibili, che tengono conto sia delle risorse umane esistenti sia delle esigenze di specializzazione del settore. Il legislatore ha optato per un approccio pragmatico, che consente di valorizzare le competenze interne e al contempo di accogliere nuove professionalità dal mercato del lavoro.
Individuazione tra il Personale in Servizio
La prima modalità di reclutamento prevede l’individuazione della figura tra il personale già in servizio presso le amministrazioni. Questa opzione rappresenta un’opportunità di riqualificazione professionale per i dipendenti pubblici che abbiano maturato competenze nell’ambito della comunicazione digitale, spesso sviluppate in modo informale o attraverso attività collaterali ai propri incarichi principali. Secondo le stime dell’Associazione Nazionale Social Media Manager (ANSMM), guidata da Riccardo Pirrone, sono almeno 15.000 i freelance con qualifiche specifiche presenti su LinkedIn, molti dei quali potrebbero già collaborare con enti pubblici.
L’identificazione di queste competenze interne richiede un processo di mappatura accurato, che consenta di valutare non solo le capacità tecniche, ma anche la conoscenza dei processi amministrativi e la comprensione del linguaggio istituzionale. Come evidenziato da Sabrina Lugarà, consulente per la Regione Basilicata, il ruolo del social media manager nella PA va ben oltre il semplice “fare un post”: la missione è costruire fiducia, presidiare l’interazione digitale e promuovere la trasparenza. Questa consapevolezza professionale risulta spesso più sviluppata in chi abbia già maturato esperienza nel contesto pubblico.
Nuove Assunzioni Autorizzate
La seconda modalità prevede l’inserimento di social media manager attraverso nuove assunzioni autorizzate a legislazione vigente. Questa opzione apre la strada all’ingresso di professionisti con esperienza specifica nel settore privato, portando competenze aggiornate sulle ultime tendenze e tecnologie della comunicazione digitale. Le stime parlano di un fabbisogno compreso tra 16.000 e 20.000 nuove figure professionali, distribuite tra tutti i livelli amministrativi: dai ministeri ai piccoli comuni.
Il processo di selezione dovrà necessariamente tenere conto delle specificità del settore pubblico, valutando non solo le competenze tecniche ma anche la capacità di operare nel rispetto dei vincoli normativi e procedurali che caratterizzano l’azione amministrativa. Marco Carlomagno, segretario generale della Federazione Lavoratori Pubblici (FLP), sottolinea l’importanza di investire su “competenze vere, acquisite o da formare internamente”, evidenziando come la qualità della formazione sia cruciale per il successo dell’iniziativa.
Aspetti di Inquadramento Professionale
Dal punto di vista dell’inquadramento professionale, la figura del social media manager trova collocazione nella sezione informatica del nuovo ordinamento professionale come “tecnico della comunicazione pubblica digitale”. Questa classificazione riflette la natura ibrida della professione, che combina competenze tecniche informatiche con capacità comunicative e conoscenze specifiche del settore pubblico. L’Associazione Nazionale Social Media Manager sta lavorando per la definizione di un codice ATECO ad hoc, che possa garantire riconoscimenti fiscali e professionali specifici per questa categoria.
L’aspetto della formazione continua rappresenta un elemento cruciale per mantenere aggiornate le competenze in un settore in rapida evoluzione. Le amministrazioni dovranno prevedere percorsi formativi strutturati, sia per il personale individuato internamente sia per i nuovi assunti, considerando che il panorama della comunicazione digitale e delle tecnologie correlate è in costante cambiamento.
Trasformazione della Comunicazione Istituzionale
La professionalizzazione della comunicazione digitale nella PA promette di superare l’approccio spesso improvvisato che ha caratterizzato finora la presenza istituzionale sui social media. Fino ad oggi, le attività sui social delle istituzioni erano frequentemente affidate a figure ibride: consulenti esterni, addetti stampa o dipendenti già in servizio senza una qualifica specifica. Questa situazione ha spesso comportato un’incoerenza nella qualità e nell’efficacia della comunicazione, con il rischio di compromettere la credibilità istituzionale.
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